Le testimonianze della presenza della vite nella storia del Soave giungono da molto lontano, disegnando una storia che accompagna la presenza degli uomini da epoche millenarie.
Soave e il vino, un legame scontato per chiunque al giorno d'oggi; ma forse in pochi sanno della fama in continua crescita che dai primi del novecento accompagna i produttori delle maggiori case enologiche veronesi verso i mercati nazionali ed internazionali, fino a diventare ai giorni nostri il vino più esportato e richiesto nel mondo con la qualifica di "eminente Classico Vino Bianco d'Italia".
Nel vasto e qualificato panorama Veronese, il Soave nasce in confini ben delimitati nei comuni di Soave, Monteforte, San Martino B.A., Lavagno Mezzane, Caldiero, Colognola, Illasi, Cazzano di Tramigna, San Bonifacio, Roncà, Montecchia e S. Giovanni Ilarione. Qui la garganega, vitigno principale della denominazione, ha trovato nel corso dei secoli un habitat ideale soprattutto nei rilievi collinari che caratterizzano le valli d'Alpone, del Tramigna, dell'Illasi e di Mezzane. E' solo in queste colline, di terreno tufaceo di origine vulcanica con importanti affioramenti calcarei che si è andata a realizzare l'ideale simbiosi tra ambiente e vitigno per la produzione di grandi vini bianchi di qualità.
I terreni di origine vulcanica e l'ambiente diventano quindi i due ingredienti fondamentali della ricetta per la produzione di un vino unico e riconosciuto in tutto il mondo: come in "Veneto, tra terra e cielo" ecco che il Consorzio si inserisce in un contesto di Tutela delle realtà del territorio del Soave coordinando e gestendo progetti di ricerca come la selezione di nuovi biotipi, per il miglioramento qualitativo dei principali vitigni veronesi, di ricerca relativa alla zonazione, attraverso la caratterizzazione di terra, clima, bioclima e agronomia legati alla qualità dei vini.
La Terra
Vulcania, forum internazionale sui vini bianchi provenienti da suoli di origine vulcanica che affronta tematiche inerenti la geologia e la pedologia con la partecipazione di docenti, giornalisti e comunicatori di spicco. Questi sono infatti vini con caratteristiche uniche ed inimitabili e che esprimono complessità e longevità invidiabili.
Il Cielo
Eco-friendly, premio creato dalla Guida Vinibuoni d'Italia, edita da Touring Editore, che premia quelle realtà che “si
distinguono particolarmente nella tutela e nella salvaguardia dei valori
propri della cultura enologica, dell’eco-sostenibilità e del territorio
in cui la viticoltura è radicata”. Si tratta di un riconoscimento prestigioso conferito quest’anno non
ad una singola azienda ma ad una struttura operativa sul territorio e
che va a premiare l’impegno sul fronte ambientale che il Consorzio del
Soave persegue da anni.
Ecco dunque che l'unione tra Terra e Cielo e la conquista di un premio così prestigioso richiedono la presenza del Consorzio come capofila di E-CO2 (come spiegato dal direttore, Aldo Lorenzoni) per fare un ulteriore passo verso la tutela dell'ambiente, recuperando l'anidride carbonica prodotta, evitandone la dispersione ma non solo: valutandone anche i possibili riutilizzi e permettendo a quella che da secoli è uno scarto di riacquistare il suo importante potere di risorsa.
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